lunedì 8 dicembre 2025

Qui, Quo e Qua... da grandi!

Dopo avere scritto di Della e del quarto nipotino Que, torno a occuparmi dei tre paperini di casa Duck per un argomento abbastanza peculiare. Vi siete mai chiesti come apparirebbero da grandi? Come si comporterebbero? "Impossibile!", starete esclamando, "I personaggi dei fumetti non possono crescere!" Eppure, l'articolo odierno intende esplorare proprio questa eventualità e, per riuscire nell'intento, sono andato a consultare centinaia e centinaia di storie per poterne individuare alcune i cui autori effettivamente si sono chiesti come apparirebbero i nipotini da grandi e come si comporterebbero, e hanno provato a trovare delle risposte a tali quesiti.


Innanzitutto, pur trattandosi di un medium differente, ritengo doverosa una menzione speciale per il corto animato Il numero fortunato (Lucky Number, dir. Jack Hannah, 1951), in cui Qui, Quo e Qua sono di fatto rappresentati come teenager in grado di guidare un'automobile. Altri due casi, facenti questa volta capo alla produzione televisiva, sono riscontrabili nell'episodio "Un Papero nel Futuro" ("Duck to the Future", dir. Terence Harrison, 1987), in cui Paperone viene catapultato di quarant'anni nel futuro da Amelia e incontra i suoi pronipoti adulti (scoprendoli più avidi che mai e al soldo della stessa fattucchiera), e nella serie Quack Pack - La banda dei paperi (Quack Pack, 1996-1997), in cui i nipoti risultano avere qualche anno in più del solito... ma ci torneremo più tardi.


Per quanto riguarda le storie a fumetti, la prima a mostrare una simile evenienza è Archimede e il futuro in scatola (Saidenberg/Lima?, 1973), in cui, desideroso di scoprire come verrà conservato il cibo nel futuro, il gallinaccio titolare dell'episodio si reca nell'anno 2000 con la sua macchina del tempo. Oltre a Paperino, Paperone e Paperoga (che conservano il loro aspetto abituale), Archimede incontrerà anche le versioni cresciute di Gilberto, dei Bassottini, di Qui, Quo e Qua e di uno dei nipoti di Topolino.


Nel nostro continente, è invece l'olandese 60 jaar DD (Hasselaar, Beekman/Heymans, 1994) a detenere l'originale primato. In questo racconto, in seguito a un incidente, Paperino rimane addormentato per trent'anni. La Paperopoli del 2024 è futuristica e i suoi abitanti sono visibilmente invecchiati. Qui, i paperini sono tre disoccupati che non hanno terminato gli studi e, come se non bastasse, Gastone e Paperina sono sposati e hanno due figli (un maschietto e una femminuccia). Fortunatamente per il nostro, l'esperienza nel mondo del domani non si rivelerà che un sogno.


Un terzo esempio è riscontrabile in Paperino, Qui, Quo e... Qua da grande (Salvatori/Marabelli, 1994), ispirata al film Big (dir. Penny Marshall, 1988), in cui Qua è triste e ha un problema che reputa irrisolvibile: ha paura di crescere. Ha paura di diventare grande perché da grande potrebbe essere "un disoccupato, un fallito senza mestiere, un inconcludente, un incapace, insomma, un perdente assoluto!" I pensieri pessimistici occupano talmente tanto spazio nella testa del piccolo Papero che i suoi rendimenti scolastici e sportivi lasciano molto a desiderare, e lui si rifiuta persino di giocare assieme ai suoi fratelli. Dopo una consulenza dell'esperto Pico de Paperis, che suggerisce che Qua viva "un periodo da adulto", la famiglia si reca da Archimede per far sì che ciò diventi realtà, grazie al suo "acceleratore istantaneo della crescita". Risultato: Qua cresce e dimostra anche una certa predisposizione per gli affari, ma con il tempo inizierà a sentire la mancanza dei suoi fratelli e della sua vera età.


In Wortelfilm (Geradts/Barreira, 1997), grazie all'ausilio di un macchinario di Archimede, Paperino pensa di essersi trasportato in avanti di venti anni nel futuro. Dinnanzi a lui, una Paperopoli (pardon, una Pitagoropoli) che ricorda quella di Archimede Pitagorico e la città del poi (?/Barks, 1961), con strade sospese tra i grattacieli e mezzi di trasporto avveniristici. Dopo essere stato preso in custodia da due solerti agenti di polizia, lo sventurato protagonista si vede costretto a fare ricorso a tre avvocati dal nome famigliare, "Duck, Duck e Duck". Qui, Quo e Qua si presentano, sensibilmente cresciuti, e lo conducono a casa dell'ormai anziano Gastone, che da vent'anni è sposato con Paperina. Alla fine della storia, Donald farà ritorno alla sua quotidianità e l'amico inventore gli rivelerà un "piccolo" dettaglio che gli farà cambiare prospettiva sull'avventura appena vissuta.


Il racconto successivo in ordine cronologico è il toccante Paperino e i pensieri di grandezza (Russo/Faccini, 1997), in cui Paperino si pena tanto per avere nipoti diligenti e studiosi, sognando un futuro in cui i suoi sforzi siano serviti a qualcosa. Qui, Quo e Qua si laureano e ottengono delle floride carriere professionali, ma il sogno del loro ex-tutore si trasforma presto in un incubo quando questi si alleano per buttarlo in mezzo a una strada. I tre nipotini "generosi e affettuosi" si sono trasformati in "mostri" che pensano solo ai guadagni. Fortunatamente, le cose possono ancora essere cambiate...

Ciò che viene narrato in Paperino e il corridoio temporale (Tulipano/Dossi, 2000) è piuttosto anomalo, ma altrettanto meritevole di attenzione ai fini della nostra indagine. Infatti, a bordo di un'astronave progettata da Archimede, Paperino, i nipotini e alcuni membri della Banda Bassotti attraversano inavvertitamente "una sorta di corridoio nel quale il tempo scorre più in fretta", subendo così un invecchiamento precoce. Non c'è però da preoccuparsi: entro le trenta pagine a disposizione, riusciranno a imboccare nuovamente la strada di casa e a tornare agli "anni giusti".


Paperinik e la new generation (Negrin, Leoni, 2003) è il secondo titolo tra quelli presi in considerazione che ha a che fare con un viaggio nel tempo convenzionale. Qui, la macchina del tempo del solito Archimede spedirà Paperino "una dozzina d'anni" nel futuro, in una Paperopoli in cui tre Paperi che si fanno chiamare "PK Squad" sono riconosciuti come i degni successori di Paperinik, misteriosamente scomparso. Il nostro ci mette poco a capire l'identità dei tre nuovi sorveglianti e si unisce a loro per catturare un ensemble di banditi e tornare infine al suo presente.


Su Whatever Happened To Scrooge McDuck? (Jensen/Tortajada Aguilar, 2006) non c'è in realtà molto da dire con riferimento al nostro focus: si tratta di un flashback raccontato da un robot cento anni nel futuro e mostra solo in un paio di vignette i nipotini adulti, in procinto di ottenere il controllo della Fondazione de' Paperoni.


Big Business (Halas/Santanach Hernandez, 2012) ripercorre grossomodo la trama di Paperino, Qui, Quo e... Qua da grande. Stanchi della scuola, che considerano una perdita di tempo, i tre approfittano di un acceleratore della crescita di un certo inventore per provare la tanto agognata vita adulta. Si troveranno presto, loro malgrado, a fare i conti con mancanza di soldi per soddisfare i bisogni primari e difficoltà di trovare un impiego. Provvidenzialmente, l'effetto della loro trasformazione è temporaneo.


A oggi, l'ultima storia in cui è possibile osservare Qui, Quo e Qua da grandi è A World Without Scrooge (Moriarty Solstrand/Mota, 2012). Qui, l'intera famiglia dei Paperi si reca nel futuro (indovinate grazie a chi) per cercare un rimedio per fare uscire Paperone da un coma causato dalla puntura di una zanzara tropicale nel corso di un loro viaggio. La Paperopoli senza Scrooge è un luogo terribile, governato dai Bassotti, e i tre nipoti sono ora Gran Mogol a capo della resistenza segreta contro il loro regime del terrore. 


Prima di passare alla sezione finale della ricerca, vorrei far fede alla promessa fatta all'inizio e tornare un attimo su Quack Pack. Ebbene, esiste solo una breve storia a fumetti ispirata alla serie animata, Snooze Blues (Parent/Costanza, 1997), che mette in scena un anonimo quadretto domestico. Tuttavia, senza alcuna ragione apparente, i nipoti di Paperino sfoggeranno questo look anche in Paperinik e i crimini virtuali (De Lellis, 1998), in un ricordo dello zio.


Questo articolo non sarebbe considerabile completo se non documentassi anche due illustrazioni, la prima delle quali è ben nota ed è opera di uno dei più rinomati autori di fumetti Disney contemporanei: Don Rosa. Ciononostante, siccome la vignetta in questione è stata spesso condivisa estrapolata dal suo contesto originario, ci tengo a introdurla con le parole dello stesso autore, pubblicate sul terzo volume della Don Rosa Library edita da Fantagraphics:

Questa vignetta è un problema per me dal 1991, a causa del suo utilizzo non autorizzato! I fan la vedono su siti che non hanno mai chiesto il permesso di pubblicarla e pochi sembrano conoscerne l'origine.
    Il disegno era originariamente il mio contributo a una fanzine che ha invitato diversi cartoonist a illustrare la frase "Hey, Daisy! Whatever happened to Scrooge?" ("Hey, Paperina! Che è successo a Paperone?"). Era una pubblicazione scherzosa e avrebbe dovuto essere divertente vedere tutte le bizzarre idee dei vari fumettisti che si sarebbero prestati a partecipare. Alcune erano divertenti, alcune piuttosto volgari; ma, dal momento che ho una visione così seria di questi personaggi, ho offerto una scena che mostrasse quello che potrebbe essere detto in un futuro lontano sulla tomba di Paperone. Siccome le mie storie sono ambientate negli anni Cinquanta, non è possibile che Paperone possa avere fatto tutto quello che viene raccontato nelle storie di Barks ed essere ancora vivo oggi.
    In ogni caso, alcune persone hanno preso il mio contributo e hanno iniziato a ristamparlo senza permesso e fuori contesto, facendo sembrare che io volessi mostrare una scena deprimente senza motivo!


La seconda illustrazione, realizzata invece da James Silvani su richiesta di un fan, è stata condivisa dall'artista sul proprio profilo Instagram in data 18 ottobre 2023 e ritrae i nipoti tra vent'anni, andando a enfatizzare le diverse personalità con cui i tre sono stati caratterizzati nella serie televisiva DuckTales (2017-2021).


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringrazia James Silvani per aver permesso la riproduzione del suo disegno.
Se si intendono utilizzare altrove informazioni o immagini presenti in questo articolo, si è pregati di menzionare la fonte.

sabato 22 novembre 2025

Come si fanno i fumetti Disney oggi (parte seconda)

Ben ritrovati! Nel secondo episodio di questa nuova rubrica (se vi siete persi il primo, vi consiglio caldamente di recuperarlo!), Ville ci andrà a raccontare quale è stato il suo percorso per imparare a disegnare Paperino. Anche per questa occasione, l'artista ci ha condiviso preziosissimi retroscena e materiali. Buona lettura!

ALLA RICERCA DEL MIO PAPERINO
di Ville Tanttu

Come disegno Paperino?

Penso che rispondere a questa domanda mostrando i passaggi sarebbe un po' noioso, perché probabilmente tutti lo disegnano partendo dagli stessi elementi: un cerchio come testa, su cui poi aggiungere dettagli come il becco, gli occhi e il cappello da marinaio.

Forse, sarebbe più interessante riportare come ho imparato a disegnare Paperino come lo faccio oggi.

Come disegnavo Paperino a quattro anni

In realtà, disegno Donald fin da quando ero un bambino. Il primissimo disegno che ancora possiedo risale a quando avevo quattro anni! Più tardi, ho sviluppato uno stile che tradiva influenze molto evidenti dagli artisti italiani: Giorgio Cavazzano era il mio preferito e, così, ho iniziato a imitare il suo stile.

Pagina di un fan-comic che ho disegnato nel 2016

Quando mi sono posto l'obiettivo di vedere dei miei fumetti pubblicati, ho cominciato a esercitarmi provando uno stile che mescolasse quello italiano e quello nordico. La prima volta che ho contattato il mio attuale datore di lavoro, l'editore olandese DPG, i miei disegni sono stati rifiutati, ma mi hanno fornito una guida per studiare l'arte di Daniel Branca. In questo modo, avevo una direzione chiara da seguire.

Alcuni dei modelli realizzati da Daniel Branca forniti dall'editore

Dopo un po' di tempo (né al mio secondo né al terzo tentativo!), i miei disegni sono stati approvati e ho ricevuto esempi di come Carmen Pérez e Tony Fernández (artisti DPG esperti) si approcciano alle tavole, come una sorta di manuale.

Lavorando digitalmente, è più semplice immaginare le composizioni e correggere gli errori rispetto a quando si lavora su carta, perciò questo metodo è più indicato per un esordiente come me. In ogni caso, ho sempre una penna in mano e la uso per disegnare... proprio come chi lavora tradizionalmente!

Idea di una copertina con Paperino che faceva parte del mio portfolio

Come si è visto nella prima parte di questa rubrica, il mio direttore artistico e il mio editor esaminano i bozzetti delle pagine e segnano in rosso le parti che non si adattano ai design o che funzionerebbero meglio in qualche altro modo. 

Utilizzo una libreria di campioni dei personaggi che ho raccolto per aiutarmi a mantenere uno stile coerente; la cosa importante è non copiare direttamente i disegni di nessuno, ma cercare piuttosto di trovare espressioni e proporzioni che funzionino e che rimangano entro i limiti caratteristici dei fumetti Disney, in modo che il personaggio non vada fuori modello.

Un Paperino inedito realizzato per questa rubrica

Mi piace usare il colore blu perché solitamente le storie a fumetti venivano disegnate con matite blu. In questo modo, si poteva inchiostrarle direttamente e, quando si scansionava la fotocopia al computer, le linee blu scomparivano, senza doverle cancellare con una gomma rischiando di danneggiare l'inchiostro. Un ottimo esempio di un artista che lavora ancora in questo modo è Paco Rodriguez, un professionista di lunga data estremamente abile. Sono un grande ammiratore della sua arte!

Una volta approvati i bozzetti, inchiostro la pagina digitalmente. Devo fare attenzione durante questa fase affinché il risultato finale non sembri rigido. Quando si lavora in digitale, è facile cedere alla tentazione di raddrizzare e usare gli strumenti che il programma mette a disposizione, ma di solito è meglio disegnare il più possibile a mano libera: renderà la linea più rilassata. 

    Il mio disegno inchiostrato da Comicup (da H 2024-011)

Una delle mie prime tavole a fumetti è stata inviata a un inchiostratore esperto dello Studio Comicup per la rifinitura, così ho potuto imparare a inchiostrare correttamente la pagina. 

Ecco... è più o meno così che ho imparato a disegnare Paperino come lo faccio oggi!

© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 11 novembre 2025

La Bella Addormentata, persa e ritrovata (di Pierpaolo Ciappetta)

In occasione della pubblicazione di Zio Paperone e le ultime lune dell’Agonia Bianca (Gervasio, Nucci/Bigarella, 2025), ideale conclusione del ciclo riguardante la Bella Addormentata, ho chiesto a un attento appassionato di tirare le fila del suddetto per mettere ordine tra le storie che ne fanno parte e per tracciare i numerosi spostamenti e i passaggi di proprietà di questo quadro dal misterioso passato. L'articolo che segue contiene spoiler di tutti i titoli presi in considerazione, quindi magari recuperateli prima di procedere. Buona lettura!

LA BELLA ADDORMENTATA, PERSA E RITROVATA
di Pierpaolo Ciappetta

Su Topolino 3650, torna a fare capolino tra le pagine del settimanale un artefatto che in breve tempo ha ricoperto sempre maggiore importanza, diventando il fulcro di quel progetto sincretistico attraverso cui Marco Gervasio ha fatto convergere la continuity donrosiana e le seminali storie di Guido Martina su Paperinik: la Bella Addormentata.


Per prima cosa, occorre ricordare cosa sia questo oggetto e ritornare alla sua introduzione, che risale all’ottava storia del diabolico vendicatore, Paperinik e la Bella Addormentata (Martina/De Vita, 1972). La Bella Addormentata è un quadro nelle mani di Rockerduck e bramato da Paperone, disposto a trovare un accordo col suo acerrimo rivale e a scambiarlo con la casa di Paperino, che si ritroverebbe senza un tetto sulla testa. Siamo nel pieno della fase vendicativa del Papero mascherato, quindi la soluzione che Paperino individua non può essere che utilizzare i trucchi di Paperinik per cercare di farsi giustizia da solo e far saltare il baratto. Alla fine dell'avventura, l'intervento di Paperinik rivelerà che il quadro posseduto da Rockerduck è in realtà l'oggetto di un furto perpetrato ai danni del museo di Baltimora. Epilogo: l'accordo tra i due magnati salta e l'opera viene riconsegnata ai legittimi proprietari.

Dopo qualche decennio, il quadro torna in Caccia a Paperinik (Gervasio/Cesarello, 2020), una storia che si pone come un vero e proprio sequel della precedente, in cui l'autore intende recuperare le atmosfere della serie martiniana.


La Bella Addormentata è al centro della trama, che si dipana teoricamente a breve distanza dalla storia originale: Paperone decide di comprare il quadro dal museo di Baltimora e invia Paperino sul posto. La vicenda prende una piega inaspettata quando il quadro viene nuovamente rubato ed è proprio Paperinik a essere accusato. Alla fine, si scoprirà che il vero mandante del furto non è che il responsabile della sicurezza del museo e vengono rivelati degli intricati retroscena circa quest'opera: il quadro era stato venduto dal responsabile e sostituito con un falso, ignorando che di lì a breve il direttore si sarebbe deciso a cederlo; a quel punto, il responsabile della sicurezza aveva commissionato ai Bassotti il furto, per evitare che si scoprisse l’inganno; sono stati i Bassotti, poi, a rivenderlo a Rockerduck, che ne risultava in possesso all'inizio della prima storia; dopo che Paperinik l'aveva restituito al museo, e una volta che si era deciso di venderlo a Paperone, il responsabile della sicurezza aveva commissionato ai Bassotti un nuovo furto, per far sparire nuovamente le prove della sostituzione. Dunque, finora, non abbiamo visto che una contraffazione del dipinto e ignoriamo la posizione dell'originale.

Il mistero sulle sue sorti, però, non dura molto. Infatti, nelle tavole di raccordo del Classico Disney 523, Paperinik l'inafferrabile vendicatore (Gervasio/Molinari, 2021), si viene a scoprire che il dipinto si trova in possesso di... Cuordipietra Famedoro!


Per i non lettori dei Classici questa rivelazione avverrà in Paperinik e i giorni del disonore (Bertani, Gervasio/Baccinelli, 2022). Sheriduck e Paperinik si ritrovano alleati per scoprire dove sia l'autentica Bella Addormentata. A questo scopo, il diabolico vendicatore si infiltra in una prigione per partecipare all’evasione in cui è coinvolto il responsabile della sicurezza del museo di Baltimora, il quale lo porta nella tana del leone, ovvero l'arcimiliardario sudafricano. Lontano da casa e con quasi nessun gadget, Paperino riesce a rigirare la situazione a suo vantaggio e a riportare con sé l'oggetto del contendere. Finalmente, Paperone ha la possibilità di acquistare il dipinto originale e aggiungerlo alla sua galleria privata.


La Bella Addormentata fa un'incursione anche nelle avventure di Fantomius, durante il dittico La notte di Fantomius/L'alba di Fantomius (Gervasio, 2022), in cui funge da incipit per la vicenda. Col ritorno di Paperone in città, infatti, giungono anche i ricconi che intendono commerciare con lui. Tra questi, troviamo Doug Duckan (il cui discendente affronterà in futuro Paperinik), il quale è in possesso del famoso quadro, pronto a venderlo al magnate scozzese. Fantomius e i suoi sodali riescono, però, a trafugarlo, lasciandolo per tutta la durata dell'avventura a Villa Lalla. Durante la conclusione, Fantomius decide di farlo ritrovare alla polizia per benevolenza verso l'ispettore Pinko, a cui ne ha fatte passare tante nel corso dei racconti. Ritornato nelle disponibilità di Duckan, questi decide di cederlo al museo di Baltimora, invece che a Paperone, alla luce di un'offerta più vantaggiosa.


Una questione rimane da dirimere: qual è il motivo dell’interesse di Zio Paperone per la Bella Addormentata? Qualcuno potrebbe supporre che “la predominanza della tonalità verde evoc[hi] in lui il colore dei suoi amati dollarucci”, ma forse c'è di più... Dopo tanti andirivieni, la vera ragione verrà rivelata in Zio Paperone re del Klondike (Gervasio/Zanchi, 2022). L’avventura in cui Paperone torna nella terra dei pionieri e incontra di nuovo Doretta, Soapy Slick e i paesaggi della propria gioventù è un pretesto utile a farci addentrare nelle motivazioni del tycoon. La Bella Addormentata era un quadro appeso nel saloon Bolla d’Oro ai tempi della corsa all’oro e il Papero più ricco del mondo lo desiderava proprio perché legato al ricordo di Dawson e di Doretta.

Dopo altri tre anni, il viaggio della Bella Addormentata trova la sua ideale conclusione in Zio Paperone e le ultime lune dell’Agonia Bianca. Qui, Paperone è intenzionato a “restituire il passato al passato”, fare i conti con i suoi ricordi e anche con la Stella del Polo. Sarà per questo motivo che, avremo modo di scoprire alla fine del racconto, deciderà di donare il quadro, che tanto aveva penato per recuperare, alla sua vecchia fiamma, chiudendo un cerchio rimasto aperto da decenni.


Ora, per concludere il nostro excursus, ripercorriamo cronologicamente il peregrinare di questa leggendaria tela:

Trecento anni fa
  • Un artista ignoto (che alcuni esperti identificano in Teofrasto Fattaposta e altri in Sigismonda Saltalamacchia) dipinge con acrilico su pregiata carta-moneta filigranata la Bella Addormentata.

1896
  • Il quadro adorna le pareti del Bolla d'Oro di Dawson City.

1898
  • Il saloon va a fuoco e in qualche modo (tuttora ignoto) il dipinto viene salvato.

1930
  • La Bella Addormentata viene portata da Doug Duckan a Paperopoli;
  • Viene trafugata da Fantomius;
  • Viene ritrovata dalla polizia e restituita a Duckan;
  • Duckan la vende al museo di Baltimora, dove resterà per molto tempo.

Passato recente
  • Il responsabile della sicurezza del museo la vende a Cuordipietra Famedoro, sostituendola con una copia;
  • Il falso viene rubato dai Bassotti, su richiesta del responsabile;
  • I Bassotti lo vendono a Rockerduck;
  • Rockerduck decide di scambiare il dipinto, che crede originale, con Paperone;
  • Paperinik interviene e lo riconsegna al museo di Baltimora.

Presente
  • Paperone intende acquistare la Bella Addormentata dal museo, ma viene nuovamente rubata dai Bassotti;
  • Paperinik la recupera e scopre che si tratta di un falso;
  • Il vendicatore mascherato si infiltra tra gli uomini di Cuordipietra e recupera il quadro autentico, riconsegnandolo ai proprietari;
  • Paperone acquista finalmente la tela;
  • In memoria dei tempi andati, il bisbilionario decide di regalarla a Doretta Doremì.


© Disney per le immagini pubblicate.

lunedì 3 novembre 2025

Un po' di chiarezza su The Greatest Comics Collection


Circa un mese fa, Panini Comics ha dato alle stampe un nuovo titolo che si va ad aggiungere al loro già vasto catalogo: The Greatest Comics Collection. Introdotta da un primo volume dedicato a Paperino, denominato Icona di stile, questa collana di libri cartonati si promette di costituire una pubblicazione imperdibile tanto per i collezionisti più esigenti quanto per i lettori che vogliono conoscere meglio i propri beniamini. Oltre a riproporre storie fondamentali per comprendere le caratteristiche dei protagonisti, le loro evoluzioni stilistiche e le diverse interpretazioni fornite negli anni dagli autori, ogni tomo è introdotto da un prezioso approfondimento di carattere storico e ogni singola avventura è attentamente presa in esame da esperti di calibro internazionale. Se questo non bastasse, vi sono pure interviste con autori e disegnatori!

Ora, come mai ho scritto "un po' di chiarezza"? Chi gira su internet potrebbe avere notato che opere simili a Icona di stile sono state distribuite un po' in tutta Europa. Come è possibile? La verità è che si tratta di un progetto (oserei dire il primo di questa portata e con queste caratteristiche) la cui produzione è centralizzata a livello mondiale e che viene poi fornito ai vari editori, con alcune possibilità di modifica sui contenuti in base alle eventuali esigenze. Per esempio, le versioni edite da Egmont presentano selezioni leggermente differenti delle storie e alcuni articoli scritti da redattori locali. La regia internazionale alla base dell'iniziativa spiega anche come mai i redazionali sono firmati da critici i cui nomi si incontrerebbero altrimenti difficilmente in serie nostrane.

Una panoramica delle edizioni internazionali già uscite di cui sono a conoscenza

La versione proposta da Panini Comics, con riferimento al primo numero (di cui sono stato chiamato a curare la revisione e l'adattamento delle traduzioni), risulta essere la più completa e contiene un articolo di introduzione al volume a cura di Jim Fanning, sedici articoli introduttivi alle storie a cura del sottoscritto, dello stesso Fanning e di David Gerstein e un'intervista al disegnatore spagnolo Paco Rodriguez svolta da me. Oltre ai contenuti già citati, una bellissima illustrazione originale di Ivan Bigarella, commentata dall'artista, e due pagine informative realizzate graficamente da Oreste Iavazzo su testi miei.

Forse, essendone coinvolto in prima persona, potrebbe sembrare che io sia di parte nel raccomandarne l'acquisto, ma credo di potere affermare in tutta onestà intellettuale che un prodotto del genere è assolutamente da prendere in considerazione. Ritengo che sia un'ottima occasione per avere storie intramontabili in un'edizione di qualità, accompagnate da un ampio contenuto critico di alto livello che va a coprire il copribile, rendendo di fatto ogni libro un saggio sull'argomento trattato. Non mancano nemmeno interessanti avventure da noi ancora inedite! Cosa desiderare di più?


In conclusione, ne approfitto per comunicarvi che sono disponibili da qualche giorno altri due volumi che ho avuto il piacere di curare per Panini: la Artist's Edition di Dragon Lords e una nuova veste per il classico Casablanca. Entrambi presentano una mia introduzione generale, materiale esclusivo e interviste ricche di aneddoti e curiosità ai grandi autori che hanno reso possibile l'esistenza di queste storie: Giorgio Cavazzano, Silvano Mezzavilla e Rudy Salvagnini.

© Disney per le immagini pubblicate.

domenica 26 ottobre 2025

Come si fanno i fumetti Disney oggi (parte prima)

Nel corso degli anni, ho portato sul blog principalmente ricerche, interviste e qualche curiosità. Il post di oggi potrebbe rientrare nella terza categoria e, volendo, potrebbe essere la prima parte di una rubrica che idealmente andrebbe a coinvolgere diversi artisti disneyani. Per introdurla, mi sono rivolto al brillante Ville Tanttu (che abbiamo già incontrato recentemente), giovane disegnatore finlandese in forza all'editore olandese DPG da oltre due anni.

In questo appuntamento iniziale, Ville ci illustrerà dettagliatamente come realizza una pagina di fumetti Disney attraverso i vari passaggi. Colgo l'occasione per ringraziarlo nuovamente per la disponibilità e per la condivisione del prezioso materiale e dei suoi commenti illustrativi. Qui, trovate tutti i riferimenti della storia di cui stiamo per vedere la lavorazione. Senza ulteriori indugi, gli lascio la parola. Buona lettura!

LA LAVORAZIONE DI ANT SOLUTION
di Ville Tanttu

Innanzitutto, una premessa: io lavoro digitalmente. In tale modo, è più facile apportare correzioni.

Step 1. 
Per presentare l'idea, creo uno storyboard con descrizioni che propongo allo story editor.


Step 2a. 
Se viene approvato, disegno un bozzetto dettagliato e lo invio ai miei editor


Step 2b.
Loro lo analizzano e segnano in rosso le richieste di correzione necessarie.


Step 3. 
Apporto le correzioni richieste.


Step 4.
Una volta ottenuto il permesso, procedo con l'inchiostrazione. Svolgo anch'essa digitalmente.


Step 5.
Il mio lavoro effettivo termina qui. A questo punto, la storia passa nelle mani dei coloristi, la redazione si occuperà di aggiungere i balloon, e la storia verrà pubblicata sulla rivista in futuro. A volte prima, a volte dopo.


Ci sono alcune storie che ho disegnato qualche anno fa, ma che non so quando verranno pubblicate. A volte, può richiedere molto tempo e, in alcuni casi, può anche accadere che non vedano mai la luce. Essendo, le mie, essenzialmente delle "riempitive", non hanno una programmazione definitiva e vengono selezionate quando si manifesta la necessità di racconti brevi.

© Disney per le immagini pubblicate.
Ps: non perdetevi il prossimo episodio, in arrivo molto presto!

lunedì 20 ottobre 2025

Una chiacchierata con... Lara Molinari

Molti di voi conosceranno la mia odierna ospite come una promettente artista Disney le cui storie e illustrazioni circolano attraverso diversi media da una trentina di anni. Di recente, Lara Molinari ha aperto un profilo Instagram sul quale pubblica esempi dei suoi lavori e vecchie fotografie in compagnia di colleghi. Ho colto la palla al balzo per contattarla e scoprire un po' di più sul suo percorso artistico. Buona lettura!


SC: Simone Cavazzuti
LM: Lara Molinari

SC: Buongiorno, Lara! Quando è avvenuto il tuo primo incontro con i personaggi Disney?

LM: A quattro anni già leggevo Topolino. Strappavo in blocco le storie che mi piacevano e me le mettevo da parte, per averle senza la pubblicità. Erano tutte di Cavazzano, Scarpa... Non c'era scritto il nome degli autori all'epoca, ma, già a quell'età, riuscivo a identificare le più belle.

SC: C'è qualche storia in particolare che ricordi?

LM: Ce ne sono talmente tante che ne ho quintali a casa. Praticamente tutte quelle di Cavazzano, Massimo De Vita... Da loro ho imparato qualcosa.

SC: Quando hai avuto la possibilità di trasformare questa passione in un lavoro?

LMQuando ho finito il liceo artistico, ho iniziato a lavorare per delle agenzie di pubblicità e, una sera, mio papà mi ha mostrato un articolo sul Corriere della Sera in cui c'era scritto che Giovan Battista Carpi stava cercando dei disegnatori per la Disney. Allora, mi sono detta: "Perché non provare?" Tanto, male che sarebbe andata, non mi avrebbero accettata. Mio papà non era molto ottimista: "Ma cosa vuoi che ti prendano? Con tutte le persone che si presenteranno..." Speranzosa, sono andata da Carpi quando la Disney era ancora in Via Dante a Milano. Non mi ha fatto lavorare subito perché, per due anni e mezzo, ho fatto le prove per imparare a disegnare i personaggi Disney: tutte le anatomie, le strutture corporee. Per farli recitare, bisogna saperli sviluppare nelle loro anatomie. Lui diceva: "Ti insegno volentieri perché vedo che ti piace il disegno". Io avevo sempre disegnato, il mio lavoro era quello, ma non Disney. Disegnavo in stile realistico, facevo la visualizer, realizzavo gli storyboard per la pubblicità. Cose completamente diverse... Dopo due anni e mezzo, mi hanno dato la prima storia e ho iniziato a lavorare. Era l'inizio degli anni Novanta.

Lara assieme a Giovan Battista Carpi

SC: Come era Carpi come insegnante?

LM: Molto rigoroso. Voleva forgiarti, quindi non era uno zuccherino. Ti diceva solo le cose che andavano male, mai quelle che andavano bene. Dopo anni, mi ha detto: "Sai, io ti ho detto solo le cose che andavano male perché volevo vedere come reagivi, se eri pronta ad affrontare tutte le difficoltà che ti avrebbe dato lavorare per una azienda così grande". Io ero mingherlina, magrolina, ma ha capito che ero forte. Tutte le volte che mi diceva che qualcosa andava male, gliele correggevo e gli portavo anche di più. Non soltanto l'essenziale, come facevano magari altri, perché volevo iniziare a lavorare.

SC: C'erano, invece, disegnatori che si scoraggiavano con questo metodo?

LM: Sì, molti che hanno iniziato con me hanno lasciato. Mi ricordo che all'inizio inizio eravamo tipo trecento, ma solo una trentina sono riusciti ad arrivare in fondo. Era veramente una prova di resistenza... psicologica, più che altro. Carpi voleva selezionare gli artisti più resistenti mentalmente, perché poi c'era una quantità di lavoro... Negli anni Novanta, lavorare per la Disney era impressionante: c'era una pressione incredibile perché lavoravi anche per tutti i licenziatari intorno alla Disney: Il Sole 24 Ore, la Banca BNL, i puzzle Clementoni, i videogiochi della Sony... In più, quando c'era ancora la Scuola Disney, arrivavo alle sette e un quarto del mattino e mi apriva la donna delle pulizie, poi arrivavano Carpi e tutti gli altri, ma io già iniziavo a disegnare e, fino alle dieci di sera, rimanevo lì. Inoltre, sabato e domenica, la Disney ti mandava alle mostre mercato a disegnare per il pubblico tutto il giorno, pagandoti un gettone di presenza: all'Expocartoon di Roma, a Milano, a Lucca Comics, a Napoli... Praticamente, ho fatto cinque anni non stop in cui i genitori non mi vedevano neanche... era una prova di resistenza fisica! Io ho iniziato che avevo diciannove anni e i miei coetanei andavano in discoteca, mentre io disegnavo... era molto impegnativo. Per raggiungere un certo traguardo, bisogna fare dei sacrifici. È un lavoro che mi piace, e sono fortunata per questo, ma bisogna impegnarsi tanto.

Da sinistra a destra: Giorgio Cavazzano, Lara Molinari, Carlo Chendi e Silvia Ziche

SC: Su Instagram, pubblichi diverse foto con i tuoi colleghi. Che rapporto avevi con loro?

LM: Un ottimo rapporto. Condividevamo il bene e il male in una grande azienda che aveva più di seicento persone che ci lavoravano dentro, tra cui anche noi collaboratori esterni. Era praticamente come una grande famiglia, anche perché stavo più lì che a casa mia. Poi, ai tempi, c'erano i meeting annuali per fare incontrare gli sceneggiatori e i disegnatori e far nascere idee per creare qualcosa di nuovo. Ne abbiamo fatti tantissimi, a Disneyland Paris, all'Isola d'Elba o a Stresa... stavamo lì una settimana e faceva piacere perché, essendo i disegnatori distribuiti in tutta Italia, non capitava di incontrare tutti i giorni chi abitava magari in Sicilia...


SC: Ripercorrendo le storie che hai disegnato, c'è una serie che ricordo con molta simpatia: le storie di Umperio Bogarto.

LM: Umperio Bogarto mi piace tantissimo essendo un personaggio di Cavazzano. È molto simile a Paperino: pasticcione, un po' ebete e ne combina di tutti i colori anche nel suo lavoro! A me piacciono i personaggi che sono più vicini a noi esseri umani. È simpatico anche Topolino, ma per me è troppo perfetto... per questo ho fatto quasi tutte storie dei Paperi. Paperino e Paperoga era una coppia che mi piaceva tantissimo. Riesco di più a immedesimarmi in questi personaggi che non in Topolino.


SC: Alle soglie del nuovo millennio, hai disegnato Paperino e il grande zio, ispirato al reality show Grande Fratello, che stava nascendo in quel periodo. Con il senno di poi, e con il successo ottenuto in seguito dal programma, cosa puoi raccontare di questa esperienza?

LM: Io non amo l'idea di persone rinchiuse per mesi e mesi, lo considero contro natura. Sicuramente, lo portano avanti anche per un discorso di esposizione mediatica, per un interesse di visibilità dei concorrenti. Ho fatto il titolo molto simile all'occhio della telecamera del Grande Fratello, però la storia era molto all'acqua di rose rispetto al reality vero e proprio. Io l'ho dovuto guardare per fare la storia, ma non lo seguo, non mi appassiona.

SC: Hai anche disegnato Zio Paperone e il codice Metsys, addirittura prima che uscisse il famoso film tratto dallo stesso libro!

LM: Sì. È stata una lunga storia, ben 36 tavole. Anche in questo caso, ho dovuto leggermi il libro di Dan Brown.


SC: Cosa ricordi, invece, delle Cronache da Invisibilia?

LM: Lì, non c'era da disegnare niente, ahahah. C'erano solo i balloon da fare! Dovevi far capire al lettore cosa stesse succedendo senza disegnare i personaggi. Dovevi esprimere tutto con il dialogo: la paura, lo sgomento, la rabbia, la gioia... Infatti, molti testi erano movimentati. È stato un po' strano farlo...

SC: Oltre alle storie, hai da sempre fatto un sacco di illustrazioni, di copertine...

LM: Sì, parecchie, di tante testate. Inoltre, lavorando per la Disney, avevi anche la possibilità di lavorare con tutte le divisioni: editoria, licensing, home video, dischi, libri...


SC: Come colori le tue illustrazioni?

LM: Alcune con l'ecoline, altre con gli acrilici, altre ancora a olio. Uso tutti i tipi di colori perché amo tantissimo il colore. Infatti, è un peccato dover fare solo il bianco e nero quando si disegnano le storie. Io faccio molte illustrazioni a colori anche per richieste private, se qualcuno vuole incorniciarle. Ora, si usa la colorazione virtuale, mentre Carpi colorava tutto manualmente. Il digitale è molto più veloce, ma alla fine non rimane niente di originale... non è la stessa cosa stampare un'immagine a colori dal computer. Avendo sempre utilizzato i colori, fin dai tempi della pubblicità, mi manca non farli: ho l'esigenza di dipingere, sporcarmi di colore.

SC: Mi sembra che i tuoi colori siano belli vivaci, accesi...

LM: Vivaci come è la Disney. Sono parecchio stata influenzata nella mia produzione di quadri e di illustrazioni anche non Disney... Quando faccio delle cose non Disney, hanno i colori accesi come quelle Disney perché, dopo trent'anni, l'influenza è stata notevole.


SC: Ho notato che c'è una pausa nella tua collaborazione disneyana tra il 2010 e il 2013...

LM: Sì, mi ero dedicata a qualcosa di diverso. In quel periodo, ho incontrato un mercante d'arte che mi ha proposto di fare dei quadri dedicati all'infanzia e che mi ha organizzato diverse mostre un po' ovunque. Perciò, ho lasciato un po' perdere il mondo Disney, a parte qualche illustrazione che continuavo a fare ogni tanto. Mi piace variare e, così, alterno i lavori.

SC: Dal 2014, hai iniziato a disegnare delle storie di raccordo scritte da Massimo Marconi, sulla falsariga di quelle de I Classici di tanti anni fa.

LM: Le ho fatte volentieri. Per me, ogni esperienza è un arricchimento personale e non ho mai detto di no a nessun lavoro.


SC: Invece, negli ultimi anni, hai realizzato storie per Paperino, Zio Paperone e Paperinik.

LM: Sì. Faccio quello che mi viene richiesto e, in quei casi, c'era bisogno di questo tipo di storie. Non ho mai fatto un solo lavoro: alterno le storie a illustrazioni anche grandi che mi richiedono mesi per completarle.

SC: Leggi ancora Topolino?

LM: Sì, volentieri. L'ho sempre letto e non credo che smetterò mai, è troppo radicato in me.

SC: Adesso, cosa stai facendo di bello?

LM: Molti quadri a colori, specialmente per privati, anche perché non ci sono molti disegnatori che usano il colore. Quando me li chiedono, li faccio volentieri. Non è solo un lavoro per me, ma una passione. Se mi chiederanno nuove storie, le farò. Non dico mai di no.


© Disney per i disegni pubblicati.
Si ringrazia l'artista per le fotografie e le immagini messe a disposizione.

giovedì 16 ottobre 2025

Una mia storia su Topolino?

Premessa: il seguente articolo è un po' diverso dal solito, pertanto invito chiunque a leggerlo fino in fondo per evitare di averne una comprensione parziale o errata. Non è mia intenzione screditare uno dei miei autori preferiti, che, nel corso degli anni, mi ha fatto ridere e sorridere con geniali trovate che hanno, a mio avviso, quasi sempre alzato la qualità media dei numeri del libretto in cui erano presenti. Si tratta solamente di un piccolo post da appassionato contento di averne in qualche modo influenzato il lavoro e spero che le mie parole non vengano equivocate o travisate. Ciò precisato, buona lettura!

È il 28 settembre 2023 e mi trovo in video-chiamata su Teams per intervistare Corrado Mastantuono per il mio canale YouTube. La nostra chiacchierata dura quasi un paio di ore e, prima di salutarci, decido di raccontare a Corrado un'idea svolazzante che ho avuto per una possibile storia del suo ciclo Papersera News che mi piacerebbe tantissimo vedere sviluppata da lui, con il suo personalissimo tipo di umorismo. In parole povere, riguarda un'ex-promessa del giornalismo investigativo ormai ridotta ad anziano stagista del quotidiano di Zio Paperone, costretta a seguire gli strampalati ordini impartiti da Paperino e Paperoga prima di un inevitabile rientro in pista... Corrado è attento, partecipe, fa domande, reputa il concetto "molto interessante per un inizio di storia" e comincia ad abbozzare in diretta una sorta di struttura del racconto, commentando: "Probabilmente lo sfrutterò come spunto".

Passano due mesi, monto l'intervista, la carico online e, nel frattempo, rimugino su quell'idea. Intendo metterla giù per bene, renderla più coesa e completa e butto giù una specie di "soggetto" più definito, con un inizio uno svolgimento e una fine, in cui presento una trama lineare e descrivo alcune scene con precisione. Praticamente, si tratta degli stessi fatti discussi in video, solo più "in ordine". Invio questo trattamento a Corrado via e-mail in data 26 novembre 2023, ma non ricevo alcuna risposta.

Avanti veloce a luglio 2025. Mi torna in mente quella potenziale storia. Penso: "Peccato che Mastantuono non abbia mai risposto, la vedevo proprio nelle sue corde!" D'altronde, si tratterebbe di una storia di Papersera News, e tanto (unito al fatto che io non sono un autore) mi frena dal pensare di proporla direttamente alla redazione. Solo lui la potrebbe realizzare. Chissà, forse un giorno...

Poi, la svolta: il 13 luglio, l'autore di Blue Peaks Valley pubblica una foto su Instagram in cui si intravedono alcune tavole di un nuovo progetto, accompagnate da una didascalia sibillina: "Stampa laser di un lavoro di prossima uscita". A un follower ignaro non possono dire nulla, ma appena le vedo riconosco immediatamente un'ambientazione familiare. Ci sarebbe tutto: il passato, il giornalista trionfante all'interno della sua redazione... sembra di vedere ciò che gli avevo suggerito trasformato in disegni. Non vedo l'ora che la storia veda la luce per vedere se effettivamente sia lei e come, nel caso, sia stata sviluppata.

L'incipit della storia nell'e-mail inviata a Corrado Mastantuono

Quindici ottobre: la storia è in edicola. Essendo abbonato al settimanale, ho avuto modo di leggerla già il giorno prima. I miei sospetti erano fondati... più o meno. C'è il flashback di due tavole in seppia che celebra i traguardi del giornalista di inchiesta, e lo vediamo persino anziano nel presente come galoppino di Paperino e Paperoga! Per sei delle ventiquattro pagine totali, la storia si dispiega quasi esattamente come mi ero immaginato due anni fa, poi la trama prende una strada alternativa. La ragione per cui il protagonista aveva dovuto interrompere la sua promettente carriera è differente da quella a cui avevo pensato io, e lo è pure il finale. Corrado ha fatto un ottimo lavoro di character building ed è riuscito a spiazzare persino me! 

Un altro estratto dal mio "soggetto" seguito dall'autore (nella storia pubblicata non c'è spazio per le richieste sciocche dei cugini!)

Arrivati a questo punto, non penso sia necessario chiarire che il titolo del post è un po' clickbait: no, non c'è una mia storia su Topolino. Tuttavia, ciò che è vero è che vi è una storia le cui premesse sono farina del mio sacco. Per evitare qualsiasi tipo di fraintendimento, ci tengo a ribadire che l'intento del post odierno non vuole essere affatto polemico o in alcun modo "accusatorio", ma che, trattandosi questo blog di un mio personale spazio online, mi premeva raccontare questa simpatica curiosità dal mio punto di vista, dal punto di vista di colui se non fosse stato per il quale questa vicenda nello specifico molto verosimilmente non sarebbe nemmeno esistita. 

Stimando e apprezzando molto il lavoro di Mastantuono (tanto da acquistarne anche la divertente autobiografia), non posso che sentirmi onorato dal fatto che abbia trovato i miei spunti così funzionali e in linea con il suo stile al punto da imbastirci una nuova avventura (che, diciamocelo, era il mio desiderio quando glieli ho esposti la prima volta), condita con le sue brillanti gag e con il suo modo di raccontare che tanto ci piace. Solo, mi dispiace un pochino non avere avuto un minimo di avviso in questi due anni del fatto che l'idea fosse stata di fatto sfruttata, visto che l'autore è in possesso sia del mio indirizzo e-mail sia del mio numero di telefono e che, in altri contesti, non ha avuto problemi a farne uso. Come specificato fin da subito, ho fornito volontariamente l'idea all'autore senza pretendere nulla in cambio, solo per il piacere di vederla rielaborata da lui, ma avrei apprezzato un simbolico ringraziamento o, quantomeno, una comunicazione che mi avvertisse del fatto che il racconto fosse in lavorazione. Chissà, forse non voleva rovinarmi la sorpresa...

In conclusione: alcune delle vignette ispirate al mio spunto.


© Disney per le immagini pubblicate.
Come dichiarato nel corso del post, Corrado Mastantuono non ha mai risposto all'e-mail di cui si vedono due estratti, pertanto non posso sostenere con certezza che la abbia effettivamente letta (nonostante abbia letto e risposto con incredibile solerzia a comunicazioni successive). In ogni caso, quanto è presente negli screenshot qui pubblicati era già stato oggetto del pitch in video-chiamata, perciò posso confermare senza ombra di dubbio che l'abbia recepito (e pure commentato) in quella precedente occasione. Ho deciso di caricare le immagini piuttosto che il filmato solo per una questione di praticità e perché l'idea era esposta in maniera più ordinata, ma mi riservo di condividere anche quel materiale in un secondo momento, qualora si dovesse rendere necessario.